Parlando del suo libro fotografico Nur sui suoi numerosi viaggi in Afganisthan, racconta: "Il mio istinto mi ha sempre portato verso l'Oriente perchè lo sento più affine alla mia sensibilità alla mia anima. Viaggiando per fotografare vi ho trovato ospitalità, spiritualità, più bellezza nei rapporti umani. Forse in realtà questi viaggi li ho fati per me stessa, per stare meglio." Il mio lavoro richiede una grande pazienza. Dedico molte ore alle persone, passo ore e ore dentro le case, le case di preghiera, la fotografia appare in qualche modo, ma non sempre è necessaria, è il frutto dell'accettazione che ho avuto in quel luogo, ma anche della capacità di rendermi quasi invisibile, diventare una parte di quella comunità, diventare una sintonia, non più un corpo estraneo che viene da un altrove. Più che una fotografia è un incontro.