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Showing posts from 2021

C'era una volta il bosco. Gli alberi raccontano il cambiamento climatico...

Centro Balducci 30/09/2021 - 29° Convegno - Appello dall'Afghanistan

Appello di Selay Ghaffar esponente del partito democratico afghano Hambastagi

Clelia Bartoli:"Inchiesta a Ballarò" -ETNOGRAFIE DEL CONTEMPORANEO"-4 (...

Un’inchiesta molto originale, uno spaccato di Palermo e di nuovo si fa appello a Danilo Dolci e alla sua pedagogia 

L'EX POSTINA che VIVE in un BORGO FANTASMA da 37 ANNI - thepillow

mi piacerebbe sentire più spesso storie come questa di Rossella che arriva in un borgo già disabitato ma intatto nella sua bellezza, nella sua storia, dove percepisci che la vita non l'ha lasciato assieme alle persone che se ne sono andate. Pentedattilo nella punta estrema della Calabria, tra le colline.

Artemis are rising

  “Perché di tutte le dee hai scelto di scrivere un libro su Artemide?” ho chiesto alla psicanalista junghiana Jean S. Bolen autrice di “Artemide l'archetipo dello spirito indomito nella donna” in occasione di una sua visita a Roma. “Perché ritengo che questi nostri tempi abbiano bisogno dello spirito indomito delle donne. C'è bisogno che le donne emergano e con forza perseguano i loro obiettivi. Artemide è l'archetipo femminile della dea cacciatrice- Diana nel pantheon romano- la donna che si pone un obiettivo e con grande determinazione lo persegue, è l'archetipo dello spirito femminile che aiuta le bambine, le giovani donne, le difende e protegge. Incarna lo spirito femminile che non si sottomette al maschile. Artemide è la sorella di Apollo e con lui stringe uno sodalizio alla pari che diventa poi il modello della relazione con i suoi compagni”.   In questi ultimissimi anni anche la cinematografia ha proposto figure femminili, giovani eroine che si rifanno all’a...

Why Does The Media Love War So Much? | George Monbiot

Women Who Resist Taliban Fear The Return Of Dark Age | Afghanistan Crisi...

Laura Silvia Battaglia & Barbara Schiavulli -Due brave giornaliste che raccontano il mondo in guerra. Un incontro che diventa una lezione di giornalismo

Dopo aver seguito in questi anni le storie che Barbara Schiavulli ha scritto, i suoi reportage dall’Afghanistan, mi sono resa conto che le reporter di guerra come lei e come Laura Silvia Battaglia che ha seguito per anni la guerra dimenticata nello Yemen, hanno introdotto nel reportage di guerra una nuova narrativa. Il loro focus sulle donne, i bambini e in generale la popolazione civile, cioè le principali vittime della guerra, si traduce in storie che parlano di resilienza, voglia di vivere, di andare avanti, di non arrendersi. Barbara e Laura sono guidate da una visione nel fare il loro lavoro, nel cercare le storie che vogliono raccontare. Penso a loro come a delle rabdomanti che vanno setacciando i bordi delle strade a caccia di quel fiore che testardo è riuscito a farsi strada tra le crepe. 

Lorena Fornasir e il backlash alla solidarietà vista come fiancheggiamento alla migrazione clandestina

Lorena Fornasir è la presidente dell’associazione  Linea d’ombra e assieme al marito Franco si prendono cura dei ragazzi profughi che arrivano a piedi a Trieste dopo aver percorso la rotta balcanica. I profughi sono sottoposti alle angherie da parte della polizia croata e ai respingimenti. Non tutti ce la fanno, molti ragazzi muoiono. Lorena e Franco assieme ai membri dell’associazione accolgono i profughi medicando i loro piedi, rifocillandoli, donando vestiti se ne hanno bisogno. Non li accolgono a casa loro bensì li accolgono nella piazza principale di Trieste e nei luoghi dove passa la cosiddetta rotta balcanica. Per questa loro solidarietà sono stati accusati dalla procura di Trieste e da quella di Bologna di fiancheggiamento all’immigrazione illegale.  Queste azioni legali che di fatto colpiscono soggetti della società civile nel loro portare avanti attività di solidarietà nei confronti dei migranti, sono  da collegarsi a quelle che la procura ha fatto nei confronti...

Afghanistan mon amour

Bella intervista a Barbara alla vigilia della sua partenza per l'Afghanistan

Venti anni fa la corrispondente di guerra Marie Colvin viene insignita del premio per il coraggio nel giornalismo

Non conoscevo Marie Colvin prima di intervistare la reporter di guerra Barbara Schiavulli nella primavera del 2018. Lèssi di Marie cercando di documentarmi sulle donne che facevano questa professione, cercavo di capire perché una giovane donna volesse parlare della guerra. Addirittura rischiando la propria vita. Forse che non sappiamo che la guerra è una cosa bruttissima? L’ho capito ascoltando il discorso che diede a St Bride, una piccola chiesa a Londra nel cuore della City dove si tengono discorsi importanti; in quell’occasione si commemoravano i 49 giornalisti che avevano perso la vita facendo il loro lavoro. Era il novembre del 2010. Se non sbaglio fu il suo ultimo discorso pubblico dopo due anni venne uccisa in Siria nella città assediata di Homs dove i direttori di giornali impedivano ai loro corrispondenti di andare. Infatti era lì perché aveva molto insistito con il suo direttore; venne uccisa la notte stessa in cui aveva deciso di andarsene. Il discorso di Marie alla St Bride...

Reconciling Markets and Ecology - Interview with Economist Julia Steinbe...