Skip to main content

Ipocrisia dell’Europa: Bogotá 18 luglio - Europa 21 luglio 2025

 Il silenzio della Comunità Europea e l’aperto sostegno dell’America di Trump a Israele, è all’origine del GRUPPO DELL’AJA  un’alleanza di nove paesi dal Sud globale (Sudafrica, Malesya, Namibia, Colombia, Bolivia, Cile, Senegal, Honduras e Belize) costituita nel gennaio del 2025 per coordinare azioni diplomatiche ed economiche nei confronti del governo di Israele per porre fine alla sua impunità e restaurare la legge internazionale.

“Il gruppo dell’Aja” ha indetto a Bogotà in Colombia una “Conferenza di emergenza degli Stati” dal 15 al 18 luglio dove si sono ritrovati 30 stati dall'Africa, dall'Asia, dall'Europa, così come dal nord e sud America, per non limitarsi alle parole di condanna verso Israele ma intraprendere un'azione collettiva  basata sulla legge internazionale.


In quella che è stata definita la più ambiziosa azione multilaterale dall'inizio del genocidio di Gaza 21 mesi fa, una coalizione di Stati si è accordata per coordinare sei misure diplomatiche legali e economiche per porre un freno all'assalto di Israele sui Territori Palestinesi Occupati e difendere la legge internazionale.

Per far partire questo processo 12 stati -Bolivia Colombia Cuba Indonesia Iraq Libia Malesia Namibia Nicaragua Oman Saint Vincent e Granada Sudafrica-si sono impegnati a mettere in atto le sei misure attraverso i loro sistemi legali e amministrativi per spezzare i legami di complicità con le campagne di Israele contro la Palestina. Inoltre hanno fissato la data del 20 settembre affinché altri Stati si uniscano, mentre le consultazioni stanno procedendo. 

Le sei misure sono le seguenti :


Impedire il rifornimento o il trasferimento di armi, munizioni, equipaggiamenti militari e “doppio uso” (cioè tutta quella componentistica che può avere un doppio uso sia civile che militare e che da qualche tempo viene usata come escamotage per bypassare le dogane ) verso Israele 


Impedire il transito, l'assistenza nei porti delle imbarcazioni che trasportano equipaggiamento militare o “doppio uso” verso Israele 


Impedire il trasporto di armi munizioni equipaggiamento militare o “doppio uso” verso Israele su imbarcazioni che battono bandiera nazionale 


Rivedere urgentemente i contratti pubblici che possano in qualche modo sostenere l'occupazione illegale di Israele dei territori palestinesi 


Assicurare piena collaborazione nell'adempimento e nell'applicazione della legge internazionale 


Dare pieno sostegno ai mandati internazionali per assicurare giustizia alle vittime dei crimini commessi nei territori occupati palestinesi


In questa occasione Francesca Albanese ha iniziato il suo discorso sottolineando che a Bogotà in questo incontro alla presenza di così tanti stati, nasce un nuovo multilateralismo e ha terminato augurandosi la nascita di un nuovo ordine mondiale che affondi le sue radici nella giustizia, nell’umanità e nella liberazione collettiva.


👉A soli cinque giorni di distanza e di tutt’altro tenore, è la Dichiarazione Congiunta di 25 Stati su Gaza e Territori Palestinesi Occupati, del 21 luglio che inizia con le seguenti parole:


“Noi, i firmatari elencati di seguito, ci uniamo per trasmettere un messaggio semplice e urgente: la guerra a Gaza deve finire ora.”

Seguono diverse sollecitazioni: 

“Invitiamo il governo israeliano…” “Chiediamo a tutte le parti di…” “Ci opponiamo…” “Esortiamo le parti e la comunità internazionale” per concludere con:

 “Ulteriori spargimenti di sangue non servono a nulla. Ribadiamo il nostro pieno sostegno agli sforzi di Stati Uniti, Qatar e Egitto per raggiungere questo obiettivo.

La presente dichiarazione è stata firmata dai ministri degli esteri di Australia, Austria, Belgio, Canada, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Giappone, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera.


Manca vistosamente la Germania. La dichiarazione è riportata nel sito ufficiale del Ministero per gli affari esteri e la cooperazione.


Per chi avesse qualche dubbio sulla sincerità o sull’efficacia di questa dichiarazione da parte del governo italiano, ricordo che esattamente nello stesso giorno il Vicepresidente del Consiglio Salvini ha ricevuto il premio Italia -Israele orgogliosamente esibito e pubblicizzato sulla stampa italiana.


Fiorella Carollo




Popular posts from this blog

Contagio. Da Comiso a Non una di meno. Fiorella Carollo

Donna Reporter dal 2013  " Raccontare è una missione"  di Fiorella Carollo  “Possiamo coinvolgere di più attraverso le nostre storie piuttosto che attraverso le nostre opinioni o idee ” (dal sito di Wilpf) Contagio Da Comiso a Non una di meno Contro la militarizzazione e la guerra ___ Di Fiorella Carollo Rispondiamo alla propaganda di morte del patriarcato con la nostra agenda di vita! 🧞‍♀️ La mia inchiesta come giornalista Questa inchiesta è in linea con l’imperativo partito dell’assemblea nazionale di “Non una di meno” dell’aprile 2025 “Dobbiamo costruire una contro narrazione di pace e solidarietà”, opporci alle volontà di guerra della Comunità Europea e dei nostri governi.  All’agenda di morte voluta dal patriarcato, di cui le guerre sono solo la punta dell’iceberg, le donne pacifiste hanno contrapposto la loro agenda di vita .  Voglio qui document...

Giovanna Foglia

UNA SCELTA DI VITA Quando conosci Giovanna Foglia e poi scopri che è del segno  dei Pesci, il segno dei mecenati nelle arti, dei benefattori, dei filantropi, allora tutto torna. Se poi ci aggiungi che è nata nel 1956, l'anno della Scimmia secondo il calendario cinese, che considera i nati sotto questo segno i più intelligenti e dotati negli affari, allora quello che ti racconta della sua vita, torna nel disegno delle stelle. Giovanna è una donna speciale che mette le molte energie, la fantasia, lo spirito pratico e sopratutto il suo cospicuo patrimonio al servizio della causa delle donne."Perchè?" le chiedo "da dove viene questa scelta?" la risposta non si fa attendere:"Perchè le donne sono quelle che hanno meno soldi e meno possibilità; a peggiorare le cose poi c'è l'invidia diffusa che ci mette l'una contro l'altra. Aiutare le donne è una scelta di campo ma in realtà significa aiutare la società intera a migliorare. Sono diventa...