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Lorena Fornasir e il backlash alla solidarietà vista come fiancheggiamento alla migrazione clandestina

Lorena Fornasir è la presidente dell’associazione 
Linea d’ombra e assieme al marito Franco si prendono cura dei ragazzi profughi che arrivano a piedi a Trieste dopo aver percorso la rotta balcanica. I profughi sono sottoposti alle angherie da parte della polizia croata e ai respingimenti. Non tutti ce la fanno, molti ragazzi muoiono. Lorena e Franco assieme ai membri dell’associazione accolgono i profughi medicando i loro piedi, rifocillandoli, donando vestiti se ne hanno bisogno. Non li accolgono a casa loro bensì li accolgono nella piazza principale di Trieste e nei luoghi dove passa la cosiddetta rotta balcanica. Per questa loro solidarietà sono stati accusati dalla procura di Trieste e da quella di Bologna di fiancheggiamento all’immigrazione illegale. 
Queste azioni legali che di fatto colpiscono soggetti della società civile nel loro portare avanti attività di solidarietà nei confronti dei migranti, sono  da collegarsi a quelle che la procura ha fatto nei confronti delle navi che nel Mediterraneo salvano i migrati, alle azioni che sono state intraprese in Grecia nei confronti di alcune operatrici di ONG accusate e messe in prigione con accuse appunto di “Sostegno all’immigrazione clandestina”, e collegherei queste azioni legali a quelle intraprese durante il ministero di Marco Menniti e Matteo Salvini nei confronti del sindaco di Riace nonché al susseguente smantellamento dei centri di accoglienza per  migranti Sprarr sostituiti poi dai centri Sai.







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